Ernie: concetti generali


Definizione e patologie

L’ernia è una patologia molto frequente nell’essere umano determinata anche dalla propria stazione eretta. L’ernia è antica quanto l’uomo e la cura è stata praticata sin dai tempi antichi. “Ernia” è una parola di origine greca che significa “protrusione in fuori”; il termine definisce quelle situazioni in cui un viscere fuoriesce dalla cavità che lo contiene attraverso una soluzione di continuo spontanea o procurata. L’ernia è allora il risultato di uno squilibrio tra pressione endo-addominale e resistenza parietale.


Gli elementi che definiscono questa entità patologica sono l’orifizio della parete (“buco” o porta erniaria), il rivestimento sieroso (peritoneo – sacco erniario) e il contenuto del sacco (viscere, intestino erniato).
Le ernie possono essere interne o esterne a seconda che il viscere erniato protuda dalla cavità addominale verso lo strato cutaneo (le classiche ernie) o si impegni in spazi della stessa cavità addominale.
L’ernia prende il nome dalla regione anatomica in cui si verifica. In base a questo si suddividono in ernie inguinali –le più frequenti- ed extra-inguinali. Nelle prime vengono comprese le ernie inguinali “propriamente dette” e le crurali, nelle seconde le ernie epigastriche, ombelicali, di Spigelio, lombari ed otturatorie che hanno una frequenza minore di comparsa.

Le ernie vengono distinte in congenite ed acquisite in base al dato anamnestico; le prime sono presenti sin dalla nascita e possono manifestarsi in seguito. Sono espressione della persistenza, parziale o completa, del dotto peritoneo-vaginale (tipico nelle ernie inguinali), quindi di un sacco preformato nel quale si impegna facilmente un viscere in seguito ad un aumento della pressione addominale. Le ernie acquisite invece si manifestano quasi sempre nel soggetto adulto e presentano le caratteristiche di ernie di debolezza per uno sfibramento della parete e per un aumento eccessivo della pressione endo-addominale o per accumulo di adipe, spesso associato a squilibri metabolici che provocano una infiltrazione di grasso negli strati muscolo-aponeurotici.

Le ernie, pur se patologia benigna, possono andare incontro a complicanze serie che richiedono interventi chirurgici urgenti.
L’urgenza chirurgica è data dalla seguenti complicanze:


• Intasamento: ristagno nell’ansa erniata di materiale fecale che non progredendo si trasforma in fecaloma dando poi sintomi da occlusione intestinale;
• Incarceramento: la tumefazione erniaria aumentando di volume non si riduce nella cavità addominale per aderenze che si formano fra sacco e visceri;
• Strozzamento: quando oltre all’ostacolo del transito fecale si associa un improvviso ostacolo della circolazione ematica con conseguente ischemia intestinale.

La terapia dell’ernia è sempre chirurgica.
L’intento della terapia è di ridurre il contenuto erniario in cavità addominale, che come abbiamo visto consiste in parte di intestino, di omento o di grasso pre-peritoneale e di chiudere il “buco” cioè il difetto di parete con tecniche chirurgiche che utilizzano anche materiale protesico. Mentre la procedura di riduzione del contenuto in cavità addominale è simile per tutte le ernie, per la chiusura del difetto si possono utilizzare diverse tecniche chirurgiche e diverse protesi a seconda delle dimensioni del difetto stesso, della situazione locale che si incontra e dell’esperienza del chirurgo.

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Ernie Inguinali

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Ernie extra inguinali

Immagini Ernie


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